Negli scorsi giorni, è stato pubblicato il 19° rapporto globale sull’imprenditorialità: una ricerca condotta dal consorzio GEM (Global Entrepreneurship Monitor) in 54 paesi, che comprendono circa il 68% della popolazione mondiale e l’86% del PIL mondiale. Un’analisi imponente, da cui partire per dare indicazioni e raccomandazioni al mondo dell’impresa e della ricerca accademica, ma anche alla società civile e ai Governi mondiali.
Per l’Italia, dati e analisi sono stati raccolti e sviluppati dalla Fondazione Aristide Merloni e dall’Università Politecnica delle Marche: con questo articolo, inauguriamo una serie di approfondimenti sui risultati della ricerca di quest’anno.
Ricchezza, sviluppo e innovazione? Non bastano per stimolare la voglia e la capacità di fare impresa.
E’ questo il risultato dell’analisi svolta dal GEM, applicando ai 54 Paesi coinvolti nella ricerca il suo Indice dello Spirito Imprenditoriale, una misura che cattura la propensione a metterci in gioco e a costruire la propria attività.
La “top ten” dei paesi più intraprendenti (ed imprenditivi) vede infatti ai vertici Arabia Saudita, Libano e Indonesia: tra i paesi più ricchi, entrano nella classifica solo la Svezia, all’ottavo posto, e i Paesi Bassi, al decimo.
E l’Italia? Il nostro Paese si trova nelle ultime posizioni della Classifica, collocandosi al 51mo posto su 54: peggio di noi, solo Bosnia, Grecia e Giappone, anche se molti altri Paesi avanzati non brillano affatto (la Francia ci supera di sole quattro posizioni).
L’Indice, un’innovazione di questa edizione del Report, è composto sulla base da tre domande, rivolte a un campione di soggetti tra i 18 e i 64 anni in ciascuno dei Paesi coinvolti:
Vengono quindi valutate la “visibilità” del mondo dell’impresa nella vita quotidiana di un Paese, e delle percezioni personali e collettive sulla possibilità di avere successo con la propria attività.
Nuove imprese: Europa (e Italia) maglie nere</strong
Oltre allo Spirito Imprenditoriale, il GEM valuta anche molte altre variabili sull’imprenditorialità. Una delle più interessanti è il TEA, Tasso di Attivazione Imprenditoriale, che misura la percentuale della popolazione adulta di età compresa tra 18 e 64 anni che sta avviando un’impresa (un imprenditore nascente) o ha iniziato un’attività commerciale da meno di 42 mesi.Il dato ci consente di stimare la vivacità imprenditoriale di un Paese, e viene arricchito con informazioni sulla motivazione (opportunità contro necessità), inclusività (genere, età), impatto (crescita del business in termini di creazione di posti di lavoro, innovazione e settori industriali attesi). L’analisi viene svolta dividendo i Paesi in tre categorie: le economie meno avanzate, basate sui “fattori“, sulla lavorazione e trasformazione di materie prime; le economie intermedie, basate sull’efficienza; le economie avanzate, basate sull’innovazione.Il livello medio di TEA per le economie meno avanzate nel 2017 è stato quasi il doppio di quello delle economie avanzate (16,4% rispetto al 9,2% ).Le differenze tra i tassi di TEA delle singole nazioni sono più basse all’interno del gruppo di economie guidate dall’innovazione, mentre sono più alte nel gruppo delle economie guidate dall’efficienza.A livello geografico, i tassi di TEA sono più alti in America Latina, nei Caraibi e in Africa. In queste due zone, poco meno di un sesto degli adulti in età lavorativa è impegnato in attività imprenditoriali nella fase iniziale. Quella dei Paesi meno sviluppati è però molto spesso una imprenditorialità spinta dalla necessità, dall’assenza di altre opportunità lavorative, come dimostra il basso tasso di intenzionalità imprenditoriale (10,8%).
E l’Europa? Il Vecchio Continente è maglia nera, con il tasso TEA geografico medio più basso, la metà del livello del Nord America: di nuovo, particolarmente negativa la performance dell’Italia. Anche per il tasso di attivazione imprenditoriale, infatti, il rapporto GEM ci colloca al 51esimo posto nel ranking mondiale.
Spicca invece, proprio il risultato del Nord America, che conferma la sua tradizionale vitalità imprenditoriale e arriva al secondo posto, dopo l’America Latina.
GEM 2017/2018: Il rapporto mondiale sull’imprenditorialità
GEM 2017/2018: Diventare imprenditori, il momento giusto e le sfide
GEM Women Entrepreneurship Report: Donne e imprenditorialità nel mondo
GEM Women Entreprenurship Report: Donne e innovazione
Rapporto sull’imprenditorialità nelle Marche: Donne e imprenditorialità
Rapporto GEM 2018: L’imprenditorialità in Italia
https://www.youtube.com/watch?v=CDsEOJAi_CU